Conceria
La conceria è un’industria in cui si svolge il processo di lavorazione della pelle, denominata la concia. Si tratta solitamente di aziende di medie-grandi dimensioni che impiegano moltissimi macchinari per ogni fase della lavorazione, dal momento in cui la pelle grezza arriva in fabbrica, al momento in cui ne esce quasi o del tutto, rifinita. Quella conciaria è un’industria spesso poco conosciuta, eppure quella italiana è un’eccellenza mondiale, rappresenta il 17% dell’industria conciaria del globo. Basti pensare che ogni anno produciamo circa 129.000.000 metri quadrati di pellami finiti (fonte UNIC), in pratica potremmo ricoprire la superficie dell’intera Grecia in vera pelle!
Ingrosso di pellami
L’ingrosso di pellami è un’azienda che esercita un’attività economica che consiste nell’acquistare pellami finiti, quindi già conciati, in grandi quantità direttamente dalle concerie. Il grossista di pelli è un operatore economico diverso dall’industriale e dall’artigiano. Questi ultimi, infatti, acquistano pelli per trasformarle in nuovi prodotti, non per rivenderle. Il grossista di pelli acquista, invece, la materia prima per rivenderla a chi produce industrialmente o artigianalmente prodotti in vera pelle di vario tipo (calzature, borse, cinture, divani, abbigliamento, piccola pelletteria, ecc.).
Esercita il commercio all’ingrosso di pellami chi acquista merci e le rivende:
– ad altri commercianti (cioè ad altri grossisti, dettaglianti, rappresentanti ecc.);
– a soggetti economici del settore secondario (cioè a calzaturifici, cinturifici, tappezzieri, fasonisti di borse e abbigliamento, aziende artigiane, piccoli artigiani ecc.).
Pelle bovina
Quando si parla di bovini siamo soliti considerare esclusivamente la produzione di carne, ma questa è solo una minima parte di ciò che si ottiene da questi animali, di cui letteralmente non si butta via niente. Uno dei più importanti esempi di co-prodotto della carne bovina è quello delle pelli. Dopo le macellazioni dell’industria alimentare, infatti, la concia recupera le pelli grezze arrestandone il processo di putrefazione.
Le pelli grezze (o semilavorate) hanno diverse destinazioni in base alla concia e all’animale da cui vengono ricavate: vitello, bufalo o vacca. Dal vitello si ottiene pelle destinata a canali come quello del lusso, per la produzione di calzature e abbigliamento; dai vitelli di maggiori dimensioni e dai bufali si ricavano pelli destinate per lo più al settore dell’Automotive e dell’arredamento; la vacca offre invece pelle e cuoio che, in termini quantitativi, rappresentano la maggior parte della produzione conciaria: scarpe e relative suole e tomaie, pelletteria ( cinture, cinturini portafogli, lampade, portachiavi, selle, bauli, custodie, valigie 24 ore, borselli, zaini, marsupi, orologi, rilegature, fodere, raccoglitori ) arredamento e suoi complementi, ( tappezzerie, divani e imbottiture ) e migliaia di altri prodotti.
Pelle caprina
Le pelli caprine provengono da capre e capretti. Hanno una struttura compatta e un fiore con grana particolarmente marcata, tanto più pregiata se chiusa e fine. In superficie presentano dei raggruppamenti di follicoli piliferi di piccole dimensioni, corrispondenti ai peli lanosi, al di sopra di un minor numero di follicoli molto più grandi, sede dei peli setosi. Nonostante lo spessore sottile hanno una notevole resistenza meccanica.
Pelle ovina
Le pelli ovine provengono da agnelli, pecore e montoni. Sono solitamente morbide, soffici ed elastiche, ecco perché sono particolarmente adatte per l’abbigliamento e la guanteria. Il fiore è liscio, con dei follicoli piliferi poco marcati distribuiti abbastanza uniformemente. Un particolare tipo di ovini sono gli incrociati, il cui intrecci fibroso più compatto li rende più resistenti meccanicamente e quindi idonee anche alla produzione di tomaie e pelletteria.
I montoni più pesanti possono essere spaccati e la crosta che se ne ricava viene conciata all’olio e scamosciata (pelli per pulizia ecc.) mentre il fiore, piuttosto sottile, viene utilizzato nella confezione di capi di abbigliamento tipo nappa, come fodera o esterni per articoli di pelletteria, come fodera di calzature e per la rilegatura.
Pelle suina
Le pelli suine provengono da maiali domestici, cinghiali, pekari (cinghiale americano) e carpincho (roditore acquatico sudamericano). Hanno una struttura fibrosa piuttosto compatta e una tipica disposizione a triangolo dei follicoli piliferi che attraversano tutto il derma, fino allo strato sottocutaneo. Ecco perché il cuoio mostra i fori sia dal lato fiore che dal lato carne. Non sono tra le pelli più pregiate, ma sono utilizzate per una vasta gamma di articoli: abbigliamento, guanteria, foderame, borsetteria ecc.
Spaccatura
Una volta staccato il pelo ed eliminati i tessuti sottocutanei la pelle “in trippa” ha ancora uno spessore molto elevato e spesso è necessario tagliarla in due o tre strati, operazione che viene svolta tramite un apposito macchinario chiamato “splitting machine” oppure “macchina spaccapelli in trippa” dotato di una lama affilatissima che divide la pelle in due o più strati.
Il più pregiato è il primo strato denominato fiore, il secondo e il terzo strato sono denominate croste e sono meno pregiate.
La spaccatura può essere effettuata su pelli grezze, su pelli semiconciate (wetblue o wetwhite) oppure su pelli finite. Quando lo spessore della pelle originale è abbastanza maggiore rispetto a quello che si necessita al finale, è preferibile spaccare durante la fase di semiconciatura cosí da poter conciare e rifinire le croste come si desidera.
Però i pellami spesso vengono “spaccati” dopo la concia per motivi economici, infatti se spaccati prima della concia bisognerebbe trattare il fiore e le croste come pelli separate e quindi si avrebbe un notevole aumento del tempo di produzione, se invece questo avviene dopo la fase di concia, sia il fiore che la trippa risulteranno già conciate e quindi si è risparmiato tempo nelle precedenti fasi di produzione.
Crosta
Una delle classificazioni qualitative delle pelli finite è fra crosta e pieno fiore. La lavorazione della pelle spesso comporta la necessità di ridurne lo spessore. Questa pratica (definita spaccatura) divide la pelle in due: la parte superiore, più pregiata, è il pieno fiore mentre la parte inferiore, o carne, è la crosta. La crosta non è molto pregiata ed è utilizzata per la produzione di articoli per pelletteria economici.
Fiore della pelle
Il fiore della pelle è la parte superiore della pelle di un animale. La pelle, inizialmente molto spessa, viene divisa in due o più strati; quello superiore è appunto quello che viene chiamato “fiore”. Il fiore è la parte più resistente e pregiata della pelle.
La parte inferiore è chiamata crosta.
Pelle pieno fiore
La pelle pieno fiore è un pellame la cui superficie o grana non è stata alterata in alcun modo, tranne che per la rimozione del pelo, priva quindi di rifinizione coprente, mantiene i tratti originali del manto dell’animale; l’eventuale fase di rifinizione si limita ad una correzione delle tinte e ad un processo di impermeabilizzazione della superficie. I segni naturali come graffi, cicatrici o smagliature sono visibili e di fatto sono considerati tratto distintivo di una pelle pregiata, che è poi anche quello che la rende subito riconoscibile dall’ecopelle. Solo il 10-15% di tutta la pelle può essere rifinita in questo modo data la qualità che deve avere il pellame di partenza, qualità che per lo più dipende dal paese di provenienza, dal tipo di allevamento e dal successivo macello.
Pelle finto fiore o fiore corretto
Si tratta di una tipologia di pelle la cui superficie è stata corretta o coperta attraverso un qualche tipo di rifinizione molto coprente. Una volta che la superficie è uniforme, può essere impressa a caldo una stampa che solitamente richiama la grana naturale dell’animale come ad esempio la stampa Madras (o Dollaro), ma è possibile imprimere qualsiasi tipo di trama (saffiano, palmellato, intrecciato, canestrino, rettili, floreali ecc.).
Bottalatura
La bottalatura è una lavorazione di tipo meccanico che viene effettuata all’interno di un grosso cilindro rotante, il bottale appunto, per conferire al pellame l’aspetto di invecchiamento o stropicciamento. Contemporaneamente al roteamento all’interno del bottale si può avere un’ asciugatura mediante aria calda del pellame precedentemente impregnato oppure un trattamento con vapore diretto sul pellame asciutto. Infine si ha il raffreddamento del prodotto mediante circolazione di aria fredda. Variando il tempo di lavorazione si possono avere effetti più o meno intensi. Da questo procedimento si ottiene un pellame bottalato (martellato). Questo tipo di bottalatura è naturale e richiama molto l’aspetto originale della pelle dell’animale alterato dalle precedenti rifinizioni. La grana risulterà, infatti, irregolare su tutta la superficie, più marcata in certi punti, meno in altri. Cosa diversa è il pellame con stampa bottalata a cui, come spiegato nel paragrafo precedente, viene semplicemente impressa con una piastra calda la grana desiderata, che risulterà ovviamente più uniforme e omogenea su tutta la superficie.
Lucidatura
Si tratta di un processo manuale che prevede l’utilizzo di una vernice lucida e di una spazzola morbida che rendono la pelle dal finish lucido.
Scarnificazione
Una tecnica di rifinizione che consiste nell’eliminazione dello strato più superficiale della pelle per ottenere un aspetto più naturale e vintage.
Smerigliatura
Una tecnica che prevede l’eliminazione di uno strato per un effetto scamosciato (lato carne) o nabuck (lato fiore).
Stampa a caldo
La pelle appunto viene posizionata sotto un rullo caldo che trasferisce il disegno sulla superficie della pelle, senza alterarne il colore (es: bottalato, saffiano, palmellato, cocco…)
Stampa digitale
La stampa digitale permette di applicare disegni e immagini sulla superficie della pelle mediante l’utilizzo di stampanti apposite. Questa tecnica garantisce una maggiore precisione nei dettagli e una vasta gamma di colorazioni ( es. pitone ).