La città di Pompei sepolta dall’eruzione del 79 d.C. regala un nuovo meraviglioso restauro: la conceria della Regio I, il più grande e antico finora noto impianto artigianale per la lavorazione delle pelli !
Ancora una volta, un importante intervento di restauro e valorizzazione consentirà ai visitatori di Pompei di accedere all’area della grande conceria della Regio I, il più grande ed antico impianto artigianale per la lavorazione delle pelli rinvenuto nella città antica.
Quello tra l’Unione Nazionale Industria Conciaria e il Parco è un rapporto consolidato, che già nel 2008 ha visto l’UNIC – Concerie Italiane contribuire al restauro architettonico dell’ edificio, sponsorizzando il recupero di una parte delle aree destinate alla lavorazione delle pelli. I due enti hanno poi rinnovato la loro collaborazione tramite un contratto di sponsorizzazione per il finanziamento da parte di LINEAPELLE srl, società controllata al 100% dal gruppo UNIC, di un progetto di valorizzazione, funzionale alla riapertura al pubblico del complesso della Conceria. La sponsorizzazione del progetto da parte dell’UNIC – Concerie Italiane ha permesso di completare il restauro architettonico dell’edificio e la risistemazione della strada che dà accesso all’impianto, il cd. vicolo del Conciapelle, distrutta dai bombardamenti degli scavi tra l’agosto e il settembre del 1943.
L’edificio verrà completamente restaurato e comprende una per la parte legata alla concia delle pelli e la cosidetta zona del triclinio estivo, la sala da banchetto in cui il proprietario, che aveva la residenza all’interno del complesso, accoglieva i propri ospiti. Ai visitatori verrà anche spiegato tramite l’esposizione o la riproduzione degli strumenti originali usati, come si svolgeva la lavorazione delle pelli nella antica Pompei
L’Antica Conceria di Pompei
Il ritrovamento dell’antico edificio della Conceria risale in realtà a fine ‘800 nella Regio I, Insula 5, e fu subito identificato come tale grazie alle testimonianze epigrafiche, agli utensili rinvenuti nel corso dello scavo, oltre che agli apprestamenti produttivi, molto simili a quelli in uso nelle concerie medioevali e moderne. Si presume che l’impianto fu costruito li verso la metà del I sec. d.C. al posto di un’abitazione più antica e occupò la quasi totalità dell’insula.
Era una grande Conceria dove venivano effettuate tutte le varie operazioni di cui si compone il processo di lavorazione delle pelli, dal lavaggio del pellame alla concia che avveniva in quindici grandi vasche cilindriche ritrovate nell’edificio.
L’ottimo stato di conservazione dell’impianto ha permesso di comprendere e ricostruire le diverse fasi di cui si componeva il processo di concia delle pelli. Le pelli venivano, infatti, lavorate in settori funzionalmente distinti dell’edificio: le pelle venivano prima private della parti ossee, ritrovate in un giardino retrostante questa zona, poi scarnificate e lavate da peli e grassi. Il lavaggio del pellame, che richiedeva l’impiego di sostanze maleodoranti, veniva effettuato all’interno di dolia alimentati d’acqua sotto il porticato o, forse, lontano dal complesso sulle rive del Sarno. La concia vera e propria con la macerazione avveniva, invece, all’interno delle quindici grandi vasche cilindriche, dove le pelli venivano immerse nei tannini per renderle più resistenti per le lavorazioni successive . Infine, le pelli venivano risciacquate e battute al di sotto dell’area porticata e lavorate nei piccoli ambienti che si susseguono sul lato est del peristilio, divisi tra loro da bassi muretti trasversali.
Vi lascio il link a due interessantissimi video a riguardo che meritano di essere ascoltati con attenzione: