La parte superiore della pelle di un animale è chiamata fiore della pelle.
La pelle, inizialmente molto spessa, viene divisa in due o più strati; quello superiore è appunto quello che viene chiamato “fiore”. Il fiore è quindi la parte più resistente e pregiata della pelle.
La parte inferiore è chiamata crosta.
La pelle pieno fiore è un pellame la cui superficie o grana non è stata alterata in alcun modo, tranne che per la rimozione del pelo, priva quindi di rifinizione coprente, mantiene i tratti originali del manto dell’animale; l’eventuale fase di rifinizione si limita ad una correzione delle tinte e ad un processo di impermeabilizzazione della superficie. I segni naturali come graffi, cicatrici o smagliature sono visibili e di fatto sono considerati tratto distintivo di una pelle pregiata, che è poi anche quello che la rende subito riconoscibile dall’ecopelle.
Solo il 10-15% di tutta la pelle può essere rifinita in questo modo data la qualità che deve avere il pellame di partenza, qualità che per lo più dipende dal paese di provenienza, dal tipo di allevamento e dal successivo macello. La qualità del cibo con cui sono stati nutriti gli animali e il clima del paese di provenienza, infatti, influiscono moltissimo sulla secchezza, morbidezza e setosità della pelle. Ma anche sulla difettistica causata magari da insetti o fili spinati. Si pensi ad una vacca cresciuta nella gelida Russia o nel torrido e arido Brasile, rispetto ad un vitellino cresciuto libero nei miti pascoli delle Alpi.
Ecco perché le pelli pieno fiore più pregiate provengono per la maggior parte da paesi europei, come l’Olanda, l’Italia e la Francia le cui condizioni climatiche sono molto favorevoli agli animali che si nutrono, tra l’altro, della tenera erba dei pascoli.